Le mosche, questi animali così tanto odiati quanto incompresi… assieme alle odiatissime zanzare, appartengono all’ordine dei ditteri, contenente circa 120 000 specie conosciute. Ritrovo l’aneddoto di Nietzsche una grande verità: “Se uccidi uno scarafaggio sei un eroe; se uccidi una farfalla sei un cattivo. La morale ha standard estetici”. In questo caso parleremo di mosche e non scarafaggi, ma poco cambia.
Egualmente alle farfalle, i ditteri sono insetti a metamorfosi completa, cioè rispecchiano sempre questo cambiamento radicale che così tanto ci affascina. Eppure, quando dobbiamo parlare di metamorfosi, sempre parliamo del macaone, o della Vanessa atalanta, o al più persino dei girini… mai dei ditteri. Tra le altre cose, dobbiamo ai ditteri veramente tantissimo: le principali specie di mosche necrofaghe, per esempio, sono i veri consumatori delle carcasse. C’è chi cita persino che l’ovideposizione di poche femmine di spp. comporti un rilascio tale di larve da poter consumare una carcassa di cavallo molto più rapidamente di quello che farebbe una tigre!
È pur vero che i ditteri sono i principali vettori di patogeni (pensiamo chiaramente alle zanzare), tuttavia allo stesso tempo la loro assenza sarebbe una grossa perdita per l’ambiente e quindi per noi. Le larve di zanzara, analogamente alle mosche necrofaghe, sono fra i principali purificatori delle acque; ci sono studi (vedi Mamai et al., 2016) infatti che evidenziano la potenzialità di rendere potabili acque tramite l’impiego di zanzare. Tra le mosche citiamo Hermetia illucens, importante per tanti impieghi: produzione di farine alimentari ricchissime in omega 3, almeno per animali di allevamento ma per alcuni anche per noi; produzione di biocarburanti; bioconversione di rifiuti non facili da smaltire e tanto altro (Castelli et al., 2020).
Questi sono solo alcuni degli esempi che si possono portare sull’importanza dei ditteri attorno a noi umani. Ma deve leggersi solo come uno spunto iniziale per poter comprendere la grande realtà che risiede dietro.
Non basiamoci solo sui buoni profumi: dallo sterco, nasce sempre una pianta.