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Le rubriche di UBN
Cari Soci di UBN, carissimi Lettori,
Da oggi avviamo Le rubriche di UBN. Aggiornamenti, riflessioni, recensioni, note e commenti raggruppati in tre temi principali: le PIETRE, le PIANTE, gli ANIMALI. Saranno testi molto brevi, incisivi e di facile lettura, che spesso rimanderanno ad approfondimenti, cioè a documenti disponibili nell’archivio di questo sito, oppure accessibili nel web tramite i link. Le rubriche saranno permanenti ed i contenuti verranno aggiornati frequentemente.
Perciò: restate sintonizzati con noi e con le iniziative di UBN!
PIETRE. Inauguriamo questa rubrica con un comunicato stampa che è stato curato e diffuso da Giuseppe Maria Bargossi, Professore dell’Alma Mater, per promuovere il progetto Bologna di pietra: i materiali lapidei naturali e il loro impiego nelle costruzioni del territorio bolognese raccontati attraverso sei brevi video. Leggi qui tutti gli articoli – LE RUBRICHE DI UBN – PIETRE
PIANTE. Giancarlo Marconi, Presidente di UBN, ci ha inviato una nota sull’albero dei Paralumi cinesi (Firmiana simplex), specie esotica ma che cresce in Italia fin dal 1760, nata da semi di origine probabilmente cinese, e che possiamo osservare in alcuni parchi della periferia bolognese. Leggi qui tutti gli articoli – LE RUBRICHE DI UBN – PIANTE
ANIMALI. Ettore Randi, associato UBN e curatore di questo sito, ci parla dei gatti selvatici (Felis silvestris) in Italia e di un importante progetto di reintroduzione della specie in Scozia, dove il gatto selvatico è considerato estinto a causa dell’ibridazione con gatti domestici ferali. Leggi qui tutti gli articoli – LE RUBRICHE DI UBN – ANIMALI
LE RUBRICHE DI UBN
PIETRE
Bologna di pietra – Regno minerale della città felsinea
A cura di Giuseppe Maria Bargossi
Bologna, 8 novembre 2023 – Il Settore Musei Civici Bologna e il Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Bologna presentano Bologna di pietra – Regno minerale della città felsinea, un nuovo progetto digitale curato dal Museo civico del Risorgimento e dedicato alla Collezione di Mineralogia “Museo Luigi Bombicci”, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali – BiGeA dell’Università di Bologna. Una serie di sei video, pubblicati da oggi a cadenza settimanale sul portale Storia e Memoria di Bologna, racconta i materiali lapidei naturali e il loro impiego nelle costruzioni del territorio bolognese.
Il progetto intende promuovere la diffusione della conoscenza dei materiali lapidei naturali attraverso sei video, della durata di 7-15 minuti ciascuno, commentati dall’esperto petrografo Giuseppe Maria Bargossi, Professore dell’Alma Mater e già Referente scientifico della Collezione di Mineralogia “Museo Luigi Bombicci”. Gli episodi – i primi due da oggi e i successivi quattro a cadenza settimanale – saranno disponibili sul canale YouTube Storia e Memoria di Bologna al link video youtube.
La serie offre un’analisi sintetica dei principali aspetti che caratterizzano i materiali lapidei naturali:
• la ripartizione scientifica in funzione della loro genesi (Rocce Magmatiche, Rocce Sedimentarie, Rocce Metamorfiche);
• l’utilizzazione di criteri classificativi internazionali, basati sulla composizione mineralogica identificabile ad occhio nudo alla scala del campione a mano;
• la relazione fra la vocazione di impiego di questi materiali con la loro composizione mineralogica e le caratteristiche strutturali che permettono la loro ripartizione nei gruppi chiamati Graniti, Marmi, Pietre;
• lo stretto legame che esiste fra le caratteristiche mineralogico-petrografiche e fisico-meccaniche e la durevolezza dei materiali lapidei messi in opera.
Oltre ad illustrare le caratteristiche delle diverse “famiglie” di materiali lapidei ornamentali, ogni video contiene ampi riferimenti alla geologia delle aree di estrazione, del passato e del presente, e alle costruzioni del territorio bolognese in cui furono utilizzati, con specifico riguardo per quelle di rilevanza artistica e storica (edifici, monumenti, statue, pavimentazioni, colonne, scalinate), che saranno illustrati con circa 80 contributi video gradualmente disponibili nella stessa playlist.
Leggi qui il testo completo del comunicato stampa Bologna di pietra
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PIANTE
L’Albero dei Paralumi cinesi
Giancarlo Marconi
Durante una recente visita UBN alle alberature insolite del paese di Ozzano Emilia, dove risiedo, ci siamo soffermati su alcune specie arboree abbastanza inaspettate per un borgo satellitare della città di Bologna, ma che vanta una invidiabile quota di verde urbano. Uno di questi alberi è quello dei Paralumi cinesi (Firmiana simplex, fam. Malvaceae), così chiamato per le grandi foglie lobate, del diametro di 15-30 cm e per la patria di origine della pianta. Si tratta di una specie decidua che raggiunge i 15 metri, con fiori unisessuali riuniti in grandi pannocchie o più raramente racemi: di regola in ogni pianta prevalgono o i fiori staminati o quelli pistillati. Questi ultimi (maschili) tendono ad aprirsi prima dei primi, in modo da favorire la fecondazione incrociata. I frutti sono degli acheni avvolti in caratteristici endocarpi di consistenza cartacea che rimangono a lungo sulla pianta anche dopo la caduta delle foglie. Interessante è la storia di come arrivò questa pianta in Italia e del nome Firmiana, che non è legato a un botanico, ma a un influente plenipotenziario di quella parte dell’Impero austroungarico che nel’700 era il Lombardo-veneto. Pur non essendo uno scienziato, il conte Karl Joseph Gotthard von Firmian (1716-1782), era sensibile al progresso delle Scienze, e, in campo botanico, fu decisivo con la fondazione del Regio Giardino di Pavia, annesso alla prestigiosa Università, e dell’ampliamento del piccolo Giardino dei Semplici (con annesso boschetto) del Collegio dei Gesuiti di Brera, a Milano, dopo che l’ordine era stato soppresso nel 1773. Grazie a questi suoi meriti, Giovanni Marsili, prefetto dell’orto botanico di Padova gli dedicò una strana pianta che aveva fatto crescere amorevolmente prima in serra poi all’aperto dai semi che da una piccola pianta che gli era stata fornita dall’abate Farsetti. Questi, proprietario di un celebre giardino a Sala, non lontano da Padova, aveva ricevuto queste sementi verso il 1760 “mandate non so da chi né da qual paese”, con la sola dicitura Arbor excelsa ex China (“albero di grande altezza della Cina”). Piantati in loco, si erano sviluppate delle pianticelle, e una di queste si era divisa in tre rami laterali: fu quest’ultima che venne donata a Giovanni Marsili, che la curò, travasandola via via in vasi sempre più grandi fino ad avere la soddisfazione di vederne la fioritura e la fruttificazione, per la prima volta in Europa. Fu quindi Marsili il primo che poté studiarne fiori e frutti, capendo che andava assegnata a un genere proprio e siccome era un albero di grande bellezza e imponenza, non poteva che essere dedicato a un potente. Marsili scelse proprio il conte Carlo Firmian, morto pochi anni prima, che poteva vantare notevoli meriti come mecenate della botanica” con un nome la cui memoria anima l’industria, risveglia all’ azione gl’ingegni e rincuora l’umanità – concludeva nella sua dedica – passi a’ posteri al pari d’esse nobilitato e fastoso con quello di FIRMIANA”.
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ANIMALI
I gatti selvatici
Ettore Randi
Nella fauna italiana abbiamo due specie di gatto selvatico (oppure sottospecie – gli zoologi ancora devono trovare un accordo …): il gatto selvatico europeo (Felis silvestris), presente nella penisola dalla Calabria alle Alpi ed in Sicilia; ed il gatto selvatico sardo (F. lybica), distribuito esclusivamente in Sardegna. Il gatto selvatico europeo fa parte di un gruppo di popolazioni di origine naturale, ampiamente distribuite fin dal tardo Pleistocene quasi ovunque ci siano foreste in Europa e che l’IUCN identifica come il Forest Wildcat Lineage. Il gatto selvatico sardo origina da gatti africani o medio-orientali (lybica, appunto; lo Steppe Wildcat Lineage dell’IUCN), introdotti nell’isola probabilmente da navigatori fenici o da coloni romani oltre 2.000 anni fa. Questi gatti erano almeno parzialmente addomesticati ed hanno riconquistato la libertà originando l’attuale popolazione ferale in Sardegna. Con noi poi vivono almeno 7.5 milioni di gatti domestici (catus), che originano da gatti selvatici africani addomesticati nel corso di qualche migliaio di anni in Medio Oriente e nell’Egitto dei Faraoni, i quali furono i primi a riprodurli intenzionalmente. Perciò i gatti domestici, fenotipicamente molto variabili a causa della selezione artificiale, sono geneticamente molto simili ai gatti sardi e ad alcune popolazioni di gatti africani, ma sono ben distinti dagli europei. I gatti selvatici, legati ad habitat di foresta o di macchia mediterranea, attivi al crepuscolo e di notte, sono molto elusivi ed è raro incontrarli. È impossibile fare una stima di abbondanza delle popolazioni, ma la loro presenza è accertata in nuove località e ora l’areale distributivo risulta più esteso di quanto si ipotizzava in passato. In passato la deforestazione ha distrutto e frammentato l’habitat del gatto selvatico. Quasi ovunque la caccia ai cosiddetti “nocivi” ha portato alla rarefazione o all’estinzione di popolazioni locali. Fortunatamente, la riforestazione naturale o assistita in corso in Europa sta ampliando gli habitat dei gatti selvatici. Il rischio maggiore per la loro conservazione è dovuto all’ibridazione con gatti domestici vaganti. Quasi ovunque in Italia ed in Europa circa il 5%-15% dei gatti “selvatici” mostra tracce di ibridazione. Sono note due aree in cui l’ibridazione ha ormai portato all’estinzione “genetica” dei gatti selvatici. In Ungheria è praticamente impossibile identificare nuclei di selvatici non ibridizzati. Le cause non sono note. In Scozia il gatto selvatico è stato recentemente dichiarato “geneticamente estinto” a causa dello sterminio delle popolazioni naturali (considerate, appunto, “nocive”) e della concomitante diffusione di gatti domestici vaganti – link nature.scotland. Recentissimi studi di genomica hanno consentito di identificare gatti meno ibridati di altri. Così è stato avviato un programma EU LIFE (finanziato dalla comunità europea e da altri partner pubblici e privati – link LIFE per la reintroduzione del gatto selvatico in Scozia. Nelle Highland scozzesi è stato allestito un centro di captive breeding dove alcune decine di silvestris, opportunamente identificati per il loro limitato livello di ibridazione con catus, vengono riprodotti in modo controllato per eliminare progressivamente il DNA di origine domestica. In giugno di quest’anno sono stati rilasciati i primi 19 gatti in aree remote del Parco Nazionale di Cairngorms. I rilasci continueranno nei prossimi anni fino a ricostituire una popolazione vitale di gatti selvatici. La selezione naturale contribuirà decisamente a completare il lavoro della selezione artificiale – video youtube. Due messaggi ci arrivano da questo progetto: 1 – il rewilding è possibile anche in situazioni molto difficili; 2 – i gatti domestici devono essere controllati per contrastarne la diffusione ed i danni che il randagismo felino produce alla fauna selvatica.
Scarica qui il pdf dell’articolo ANIMALI
IN ARCHIVIO
Il NOTIZIARIO DI UBN
Anno 52 – N. 2 – luglio-dicembre 2023
Nel Notiziario viene riportato il programma delle iniziative autunnali, con conferenze ed escursioni di grande interesse … …
Leggi il Notiziario qui NOTIZIARIO UBN n. 2-2023
Fondazione Villa Ghigi
FESTA DEGLI ALBERI 2023
In occasione della Festa degli Alberi, che in Italia si celebra il 21 novembre, la Fondazione Villa Ghigi ha organizzato un ricco programma di iniziative, distribuite nell’arco di un paio di settimane, che coinvolgono alcuni luoghi di Bologna dove si concentrano molte delle sue attività, a partire dal Parco Villa Ghigi, Parco di Villa Aldini, Parco Grosso e Parco di Villa Scandellara. Si tratta di proposte diverse tra loro, rivolte a scuole, famiglie e cittadini, gratuite e a pagamento, in alcuni casi in collaborazione con soggetti istituzionali e non. Tutti gli eventi ruotano intorno al tema dell’albero, per riflettere insieme sul suo valore culturale, ecologico e ambientale. Del programma fanno parte anche due incontri mattutini al Palazzino, all’interno del Parco Villa Ghigi, con passeggiata finale nell’area verde che la Fondazione gestisce da quasi venti anni.
Qui il programma completo https://www.fondazionevillaghigi.it/festa-degli-alberi-2023/
Le prossime conferenze di UBN
29 Novembre Antonio Iannibelli Pollino: il più grande Parco D’Italia
6 Dicembre Marco Musiani Lupi, bestiame, ambiente fisico e società umane
13 Dicembre Claudia Bonfiglioli Breve storia dell’illustrazione botanica attraverso i secoli
A seguire, alle ore 17: Assemblea ordinaria di UBN.
Pubblicato il numero unico 2023 di Natura e Montagna
Per ricevere gratuitamente Natura e Montagna iscriviti a UBN
Il link agli indici di N&M N&M Indici
Il link agli articoli scaricabili dal n. 1 anno 1954 all’ultimo numero anno 2022 N&M download
Il calendario delle escursioni di UBN
La mostra “Animali fantastici e mostruosi”, unisce il mondo immaginifico di Ulisse Aldrovandi con le malformazioni animali raccolte dagli scienziati moderni.
Visitabile fino a fine maggio 2024, via Tolara di Sopra 50, Ozzano dell’Emilia (BO)
Chi è interessato alle prossime escursioni di UBN può informarsi inviando una mail a Rita Fiorini ritafiorini54@gmail.
Verso una strategia regionale per il contrasto delle specie esotiche invasive
Monica Palazzini, Silvia Messori – Regione Emilia Romagna
Visita il sito ISPRA sulle specie invasive ISPRA invasive
Scarica la locandina qui Conferenza Palazzini Messori
Fino in fondo. Luigi Donini, un ragazzo di San Lazzaro
Scarica la locandina qui Fino in fondo. Luigi Donini, un ragazzo di San Lazzaro
Leggi e scarica qui il pdf della conferenza Gotti Rewilding