Dopo aver parlato di orsi bruni in Italia, con questo post ingrandiamo l’area di osservazione a tutta l’Eurasia, dove la specie euroasiatica per eccellenza è l’orso bruno euroasiatico (Ursus arctos arctos).
Nel subcontinente europeo troviamo diverse popolazioni di orso bruno. Per quanto riguarda il nord Europa, in Svezia si contano quasi 3.000 orsi, mentre in Finlandia ce ne sono 2.000, 1.000 in Estonia e circa 100 in Norvegia. Popolazioni consistenti si trovano anche in Europa orientale, soprattutto in Romania (circa 6.000) e Slovacchia (circa 1.200), Bosnia ed Erzegovina, Croazia (1.200) e Slovenia (tra 500 e 700), ma anche Macedonia del Nord, Bulgaria, Polonia, Turchia e Georgia. Spesso la presenza dell’orso è collegata a dei grandi massicci montuosi come le Alpi, i Pirenei, i Carpazi e i Balcani.
Oltre all’orso bruno euroasiatico si distinguono altre due sottospecie: l’orso bruno cantabrico (Ursus arctos pyrenaicus) e il già citato orso bruno marsicano.
In Asia, invece, l’orso bruno si estende dalla Siberia all’Asia centrale, toccando regioni come l’Afghanistan, il Kazakistan e il Kirghizistan, fino a territori montuosi come il Caucaso e l’Himalaya. Qui possiamo trovare una moltitudine di sottospecie, tra cui l’orso bruno della Kamčatka (Ursus arctos beringianus), l’orso bruno siberiano (Ursus arctos collaris), l’orso bruno del Gobi (Ursus arctos gobiensis), l’orso bruno siriano ( ), l’orso bruno himalayano (Ursus arctos isabellinus), l’orso azzurro tibetano (Ursus arctos pruinosus) e l’orso bruno dell’Ussuri (Ursus arctos lasiotus).
Nonostante la stabilità attuale della loro popolazione, gli orsi bruni sono considerati una priorità per la conservazione. La loro esistenza è minacciata da habitat in diminuzione e da conflitti con gli esseri umani. Proteggere questi animali significa anche proteggere i complessi ecosistemi di cui fanno parte.
Carlo Spacca